Engagement, comunicazione e consolazione nel teatro dei narratori
Resumen
Nel contesto del teatro italiano del secondo Novecento, perlopiù dominato da orientamenti estetizzanti e formalistici, le produzioni dei narratori – secondo la lezione di Dario Fo, nelle cui “giullarate” è possibile individuare l’archetipo di un teatro affabulativo, dominato da un forte impegno politico – si sono spesso caricate di una valenza etica e civile, dal momento che i narratori hanno investigato soprattutto le grandi tragedie della Storia pubblica italiana e le aporie della contemporaneità. Tuttavia, il rischio di molti spettacoli di narrazione è che l’intento antagonista o contro-informativo sfumi in una dimensione “consolatoria”, dal momento che spesso il pubblico dei narratori è preventivamente allineato sulle posizioni politico-ideologiche trasmesse dal palco, per cui finisce per cercare nelle parole del narratore la conferma della bontà e della giustizia delle proprie idee. Senza dimenticare che il successo dei narratori ha indotto una grande quantità di teatranti e addirittura di personalità non professioniste della scena (giornalisti, scienziati, scrittori, ecc.) ad allestire spettacoli di affabulazione con un’inevitabile logoramento del modello preso ad esempio.
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